Dal caffè verde crudo, previa
infusione della polvere ottenuta per macinatura dei semi della
Coffea (arabica o robusta), si ottiene una bevanda dal colore verdastro-giallognolo, limpida e sobria (non nera come quella tradizionale), dall'aroma delicato e quasi impercettibile, ma comunque dotata di potere stimolante. Come molti lettori avranno già intuito, quest'ultima peculiarità è determinata dalla presenza di
1,3,7-trimetilxantina (più comunemente conosciuta col termine
CAFFEINA) e ovviamente anche delle relative "varianti molecolari".
Senza approfondire l'argomento (peraltro già largamente descritto in altri articoli dedicati), ricordiamo che la caffeina possiede due principali effetti positivi sulla mobilitazione dei
grassi dal
tessuto adiposo: il primo è diretto, per cui la caffeina è in grado di stimolare anche "da sola" la
lipolisi; il secondo è invece indiretto, poiché promuovendo la liberazione di
catecolamine favorisce ulteriormente la mobilitazione delle scorte di grassi (va da sé che, pur riversandosi nel sangue, se questi
lipidi non dovessero essere utilizzati a scopo energetico, tornerebbero nuovamente a stipare le
cellule adipose).
Perciò, grazie al suo contenuto di
metilxantine, il caffè verde crudo è già stato collocato tra i
rimedi naturali utili per il calo ponderale della
massa grassa in eccesso; senza girarci troppo attorno, alcuni affermano che il caffè verde crudo (analogamente al caffè tradizionale torrefatto e agli integratori/
energy drink termogenici), se contestualizzato in una
dieta dimagrante (quindi ipocalorica ed
equilibrata), possa rappresentare un valido complemento alla terapia contro il
sovrappeso e l'
obesità. Tuttavia, a differenza degli altri prodotti menzionati, il caffè verde crudo possiede una caratteristica assolutamente unica:
esso spicca per la ridotta velocità di assorbimento dello stimolante (poiché la trimetilxantina è in forma legata all'acido clorogenico formando il clorogenato); ciò si riflette in un rallentamento della farmacocinetica e in un aumento della sua permanenza in circolo (detta emivita e regolata dalla metabolizzazione epatica oltre che dalla filtrazione renale).
Per giunta, tra le varie caratteristiche chimiche del caffè verde crudo (e differentemente dal caffè nero torrefatto), si evidenzia un notevole contenuto di molecole
antiossidanti (
polifenoli, acido ferulico, acido clorogenico), di
minerali e di
vitamine idrosolubili; non a caso costituisce anche un prodotto
fitocomplesso.
A questo punto una domanda sorge spontanea; per quale motivo il caffè verde crudo dovrebbe essere più consigliato di quello nero torrefatto in caso di gastrite o
sintomatologia analoga?