Cerca nel blog e nel web

Visualizzazioni totali

lunedì 20 giugno 2011

Verdura a km zero

Orti e serre sui tetti: verdura a km zero, risparmio e più ossigeno in città. Le buone idee di Usa e Canada
In Canada e negli Stati Uniti si inizia a sperimentare il “rooftop farming”. Coltivare frutta e verdure in serra sopra i tetti degli edifici. Piccoli ma non trascurabili esercizi di sovranità alimentare su scala locale, a tutto beneficio dell’atmosfera metropolitana. E del business.
La crisi alimentare, i prezzi delle derrate agricole alle stelle, il crescente bisogno di ritrovare un rapporto diretto con la natura devono spesso fare i conti con l’urbanizzazione. Coltivare frutta e ortaggi per l’auto-consumo in un campo vicino casa è un lusso per pochi nelle grandi città, divorate dalle speculazioni edilizie e dal cemento.
Trovare un lembo di terra a ore di traffico di distanza ha costi improponibili, anche in termini ambientali e di stress: basti citare una lettera pubblicata sul numero di Agrisole-Il Sole 24 Ore dello scorso 22 maggio, nella quale una giovane madre lamenta di non essere riuscita a trovare un ettaro di terra in affitto in un raggio di cento chilometri da Milano (!).
“Lufa Farms” (www.lufa.com) ha da poco iniziato a vendere a Montreal l’ortofrutta chilometro-zero coltivata sui tetti: il suo motto è “Fresco, Locale, Responsabile”. Un sogno diventato realtà grazie all’intraprendenza dei suoi artefici, capaci di costruire sul tetto di un grigio ufficio una serra di 10.000 mq e coltivarvi tutto l’anno pomodori, cetrioli, peperoni e altri ortaggi.
È solo un esempio della convergenza tra lo sviluppo delle tecnologie e delle esigenze dei consumatori. L’utilizzo di tecniche di coltivazione idroponica (senza terra) e di serre ad alta redditività, abbinate al crescente interesse dei consumatori verso i prodotti biologici, hanno permesso la realizzazione di nuovi modelli di business.
Il modello “Lufa Farms” prevede la distribuzione diretta ai consumatori attraverso una cooperativa; mentre altri modelli di agricoltura urbana (come quello proposto da BrightFarms sono orientati verso le intese con grandi catene dei supermercati, per costruire serre sui loro tetti e vendere i prodotti nei locali sottostanti.
Un altro metodo è quello dell’agricoltura verticale (vertical farming), vale a dire coltivare cibo sui grattacieli o anche nei magazzini, in questo caso con l’aiuto di luce artificiale, utilizzando piante e materiali bio. Uno dei sostenitori è Dickson D. Despommier, docente emerito di salute pubblica e microbiologia alla Columbia University. “TerraSphere”, con uffici in Surrey (British Columbia, Canada) e Boston (Usa), disegna e costruisce sistemi di agricoltura verticale e vende le sue lattughe e spinaci attraverso una catena di supermercati bio in Canada, Choices Markets.
Incredibile ma vero, queste imprese sono pure in grado di realizzare profitto. Gli investimenti iniziali sono notevoli, sino a $1,2-2 milioni per trovare un edificio e costruire una serra di grandi dimensioni, ma i costi operativi sono assai inferiori a quelli della agricoltura tradizionale. Le rooftop farms richiedono meno lavoro, terra, acqua, fertilizzanti e macchinari pesanti, oltre a eliminare i costi di trasporto poiché vendono ai mercati locali. E la produzione è continuativa nelle quattro stagioni. I business plan sono dunque assai promettenti.
Si utilizzano tecniche naturali di protezione dai parassiti e acqua riciclata, e la tecnologia utilizzata nelle serre consente di ridurre sino al 25% le spese di riscaldamento degli interi edifici. I prezzi possono essere lievemente maggiori rispetto a quelli di mercato, ma i consumatori sanno apprezzare la freschezza di prodotti messi loro a disposizione entro 24 ore dalla raccolta.
La prossima sfida è quella della Grande Mela: New York ha circa 57 km2di tetti inutilizzati ma sfruttabili secondo Laurie Schoeman, direttore di Sun Works, una Ong newyorkese che promuove lo sviluppo di serre sui tetti. I giardini sui tetti abbondano, ma senza la copertura delle serre la stagione produttiva è limitata. Secondo Ms. Schoeman, l’installazione di serre su questi tetti permetterebbe di nutrire con cibi freschi i circa 20 milioni di residenti nell'area metropolitana. Per non dire del positivo influsso sul bilancio di anidride carbonica dell’intera area.
E allora perché queste tecniche non sono ancora emerse? In parte è dovuto alla recente evoluzione delle tecnologie, in parte alle resistenze culturali che si sono anche tradotte anche in ostacoli alle autorizzazioni amministrative. Fino a poco tempo fa la produzione alimentare, al di là dell’Oceano Atlantico, era concepita esclusivamente in termini di produzione di massa e solo negli ultimi anni, anche per merito del rincaro del petrolio e quindi pure dei costi di trasporto (che raggiungono il 50% del prezzo, nel caso non infrequente di una lattuga che abbia viaggiato 2000 km dal campo allo scaffale), i consumatori hanno sviluppato una sensibilità verso i prodotti freschi a km-zero.
Fantascienza, utopia o futuro prossimo?
Dario Dongo
Per maggiori informazioni:
martedì 07 giugno 2011

Bevande energetiche

Le bevande energetiche non sono adatte per i bambini: sono inutili, favoriscono obesità, carie e possono interferire con lo sviluppo del sistema nervoso.
Il magazine on line Nutraingredients-usa.com torna a occuparsi di energy drink, le bibite "nervine" che negli ultimi anni hanno conosciuto un vero boom negli Stati Uniti e anche in Europa, ma la loro innocuità per la salute, in particolare dei giovanissimi, è continuamente dibattuta.
L’occasione per riparlarne è uno studio pubblicato sul numero di giugno 2011 della rivistaPediatrics, intitolato “Sport e energy drink per bambini e adolescenti: sono adatti?”
L’articolo mette in luce il fatto che gli energy drink contengono sostanze stimolanti (non presenti negli sport drinks), come caffeina, taurina e guaranà. La caffeina, la più popolare, è stata già collegata a effetti nocivi sulla salute dei bambini, compresi rischi per lo sviluppo dei sistemi neurologico e cardiovascolare.
Secondo Marcie Beth Schneider, membro del comitato della commissione sulla nutrizione dell’American Academy of Pediatrics (Aap) e coautrice dello studio, «In molti casi, è difficile dire quanta caffeina ci sia in un prodotto guardando l'etichetta. Alcune lattine o bottiglie di bevande energetiche possono contenerne oltre 500 mg, l'equivalente di 14 lattine di bibite “normali”».
C'è molta confusione su bevande adatte per reintegrare la perdita di sali dopo lo sport e energy drink:«Alcuni ragazzi dopo la palestra bevono bibite energetiche contenenti grandi quantità di caffeina, quando invece il loro obiettivo dovrebbe essere quello di reidratarsi dopo avere fatto esercizio. Così ingeriscono grandi quantità di sostanze stimolanti che possono essere pericolose», conclude Schneider.
Per altro, anche l’abuso di sport drink è stigmatizzato: Holly Benjamin, membro del comitato esecutivo del Consiglio dell’Aap su medicina dello sport e fitness e coautrice del rapporto, sottolinea che queste bevande possono essere utili per i giovani atleti che praticano attività fisica intensa e dopo sforzi prolungati. Nella maggior parte dei casi sono però inutili, sia per lo sport che si pratica a scuola, sia come bibite durante i pasti o le merende.
«Per la maggior parte dei bambini impegnati in attività fisica di routine, l'acqua naturale è la bevanda più indicata» ha dichiarato Benjamin. Le bevande sportive contengono calorie extra di cui i bambini non hanno bisogno e che potrebbero contribuire a obesità e carie. È meglio bere acqua durante e dopo l'esercizio, e succhi di frutta e latte durante merende, colazione e spuntini».
L’Aap raccomanda ai pediatri di spiegare ai genitori la differenza tra queste bevande e i potenziali rischi per la salute. L’obesità infantile e nell’adolescenza (dai 2 ai 19 anni) in America è aumentata di quasi il 17% nel 2007-2008 contro il 5% del 1971-74, secondo i Centers for Disease Control and Prevention.
Anche la vendita di energy drink è aumentata: nel 2010 le vendite hanno raggiunto i 7,7 miliardi di dollari (più 8,9 % rispetto al 2009) . Buoni risultati anche per le bevande per sportivi contenenti carboidrati, elettroliti ed edulcoranti ( l'incremento delle vendite ha registrato un +7,5%.
Mariateresa Truncellito


mercoledì 15 giugno 2011

L'abito fa il monaco

Abbigliamento
Ogni momento è ideale per rinnovare limmagine aziendale; è veramente facile creare una “limited edition” personalizzata con logo, claim e immagini proposte da voi. Basta scegliere tra l’ampia gamma di modelli, colori, tessuti, decidere le tecniche di stampa e il gioco è fatto!
Così realizzerete al vostro personale “micro-merchandising” aziendale. Necessari per un evento e perfetti per i propri collaboratori, i capi d’abbigliamento personalizzato comunicano la mission aziendale: serietà, know-how, professionalità. A differenza di altri strumenti promozionali, l’abbigliamento personalizzato è un veicolo promozionale efficace, utile per fidelizzare i clienti e dall’impatto duraturo nel tempo.
L’abbigliamento di qualità personalizzato con il proprio marchio e omaggiato a clienti e dipendenti, contribuisce a creare il mito del vostro marchio. Verificate le numerose possibilità a vostra disposizione per dare un look frizzante alla vostra immagine aziendale.
Vi differenzierete da tutti gli altri e i clienti vi riconosceranno fra tanti.

Fonte: XPRESS
Web: http://www.xpress-italy.com/index.html

Xpress, con un know-how trentennale maturato nel settore dei servizi e con le professionalità presenti è in grado di offrire le soluzioni adeguate per l'attività di piccole e medie imprese, liberi professionisti, soggetti pubblici e privati.

martedì 14 giugno 2011

La Chimica prende il volo

Gli eventi di EuroSoft

XV Congresso Nazionale dei Chimici
Roma, 16-18 giugno 2011

La EuroSoft presiederà al Congresso con un proprio stand con l'obiettivo di fornire ai visitatori interessati informazioni su come il laboratorio di prova e controllo qualità può trarre vantaggio dall'utilizzo di un LIMS per la gestione del proprio workflow organizzativo. Verranno nell'occasione illustrate tutte le ultime novità del LIMS EuSoft.Lab studiate da EuroSoft per incrementare le perfomance e la competitività del laboratorio.
Approfondimenti sul sito EuroSoft>
http://www.eusoft.it/it/eventi/sponsorizzazione-xv-congresso-nazionale-dei-chimici-201cla-chimica-prende-il-volo201d

Post più popolari